di
Giacomo Malaspina
Attrezzatura manuale
La sponderuola
Nel caso delle sponderuole l’introduzione della ghisa e dei metalli in genere ha segnato una vera e propria rivoluzione. Questi strumenti rientrano infatti nel campo delle attrezzature di precisione e nel tempo sono stati dotati di numerosi sistemi di regolazione (ad esempio il sistema di avanzamento della lama a vite che consente una regolazione micrometrica) ma soprattutto, come nel campo delle pialle, è stato possibile realizzarne a basso angolo di taglio.
Le sedute basse, normalmente a 12°, consentono di lavorare efficacemente su legno di testa e sul traverso vena. Con il metallo c’è in più il vantaggio del peso. La massa dello strumento si carica di forza d’inerzia ed è più agevole fargli attraversare tratti in cui la fibra oppone molta resistenza. Di contro le pialle a basso angolo di taglio tendono a scheggiare nei tratti lungovena. Tuttavia, essendo questi strumenti tutti del tipo Bevel Up, ovvero con il bisello rivolto verso l’alto, basta variare l’angolo di affilatura per ottenere risultati simili, se non superiori a quelli di pialle con la comune seduta a 45°. Ad esempio per ottenere un’incidenza pari a 50°, ottima per legni molto figurati, basta portare l’affilatura dall’angolo standard di 25° a quello di 38° (12° di seduta + 38° di bisello = 50°).
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